«Mi sarebbe piaciuto iniziare battendo le mani, danzare, alternare silenzi e poi cantare korin, i canti sacri di origine africana.
Questo avrebbe rappresentato subito, dal vivo, una delle caratteristiche essenziali della esperienza meditativa fatta ad Arcidosso.
Modi di meditare che Heliana Ignacio da molto tempo ha introdotto quale strumento terapeutico di gruppo integrato alla psicoterapia.»
“Quando la psicanalisi è anima”
Prof.ssa Maria Vittoria Turra
IL CONTROLLO DEL DOLORE CON LA MEDITAZIONE ŃKỌRIN ÒRIṢA
Chiara Scarpa (Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta ASL Napoli 1, Membro SIPNEI)
Heliana Ignacio (Psicoterapeuta transpersonale, Lucca, Membro SIPNEI)
Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi scientifici sull’efficacia della meditazione e la pratica della meditazione sembra essere un elemento comune a moltissime culture. All’inizio degli anni ’90 la dottoressa Heliana Ignacio, psicologa clinica di origine brasiliana – con esperienza diretta e ampio approfondimento della cultura e della tradizione afro-brasiliana – ha introdotto, in Europa, nella meditazione i korin, canti sacri di origini africana, quale strumento terapeutico di gruppo integrato alla psicoterapia.
L’idea di proporre la meditazione producendo ritmi le venne alla fine degli anni ’70. Iniziò nelle scuole elementari, a Belo Horizonte, in quartieri poveri con bambini affetti da deficit di attenzione, problemi comportamentali, iperattività, difficoltà di apprendimento. L’età di questi bambini variava fra i 7 e 10 anni. Riscontrò fra i bambini miglioramento dell’attenzione, della memoria e un comportamento meno aggressivo.
Questa meditazione consiste nel seguire il ritmo naturale della propria respirazione e nel porre attenzione alle sensazioni che arrivano al livello della propria pelle. Seguire il ritmo della propria respirazione aiuta a sentire il contatto, sia esterno che interno, e il confine della propria pelle. Si fa percussione con la bocca, con i piedi, con le mani che percuotono il corpo o battendo a tempo le mani, alternando al silenzio e cantando i korin.
La lingua, organo di senso, fa da mediatore. Rilassare la lingua permette di uscire della postura “di star pronto a” che è stressante e comporta non solo tensione alla lingua, alle mascelle, ai muscoli della bocca e della nuca, ma anche diminuzione della secrezione di saliva. Attivando le mucose delle papille gustative, producendo più saliva forse siamo in grado non solo di digerire il cibo ma anche l’esperienza fatta, dolorosa o meno. Anche gli occhi sono coinvolti e partecipano nei movimenti della masticazione o della deglutizione e perciò riusciamo ad assorbire la realtà adesso più chiara…
L’aspetto interessante della sperimentazione della dott.ssa Ignacio consiste nella concordanza tra i dati empirici, derivanti dal lavoro con i bambini, e quelli sperimentali della neurofisiologia sugli effetti del parasimpatico, che approfondiremo nel poster.
Il corpo è lo strumento coinvolto per esprimere e produrre suoni con movimenti ritmici. Nella tradizione afro-brasiliana il corpo è considerato un tempio; esso contiene gli stessi elementi della natura viva che incontriamo dentro di noi e nell’ambiente naturale dove viviamo. La natura viva viene detta “energia degli òrisa”. L’obiettivo della meditazione è l’unione con il proprio òrisa, approfondendo la conoscenza di Sé, migliorando il proprio carattere.
Gruppi di meditazione integrata alla psicoterapia ispirati al modello proposto vengono tenuti in Toscana, a Napoli e a Strasburgo. L’integrazione della meditazione alla psicoterapia ha contribuito a determinare:• uno stato di benessere generale;• un evidente miglioramento dell’ansia, della sintomatologia asmatica e dei disturbi di attacchi di panico;• diminuzione dello stress cronico e dello stress ossidativo;• notevole incremento della durata delle fasi di remissione di malattie infiammatorie croniche ed autoimmuni;• controllo del dolore cronico;• gestione consapevole della propria salute.
Pratica della meditazione NKorin Orisa
1997. Adesione alla World Meditation and Prayer con Maria Amelia de Queiroz (Parque do Mangabeiras, Belo Horizonte Brasile).
2001. Giornata di meditazione con il Lama Khemsar Rinponche. Tradizione tibetana “Bon”.
2005. Incontro-ritiro di meditazione con la partecipazione speciale di Iyá Odé Kayodé Stella di Osoṣi. Il nostro corpo, sentieri luminosi degli Oríṣa. Arcidosso (GR) 15-17 settembre 2005.
2008. Ritiro Invernale di Meditazione con la partecipazione del Lama Phuntsok Tulku. Ginestra Fiorentina (FI).
2017. Giornata di meditazione con il prof. Paolo Maltagliati sulla fisiologia della meditazione. Pescia (PT).
2018. Giornata di meditazione e di riflessioni sulla nutrizione con il prof. Paolo Maltagliati. Firenze.